Questo puoi studiarlo: il concetto di “essere” in Heidegger

Il concetto di “essere” è uno dei più antichi e complessi della filosofia occidentale. Già i filosofi greci, come Parmenide e Platone, si erano interrogati sul significato di questo termine, ma è con Martin Heidegger che esso assume un ruolo centrale nella sua filosofia. In questo articolo, ci concentreremo sul concetto di “essere” in Heidegger, esplorandone le sfumature e le implicazioni.

La questione dell’essere

Per Heidegger, la questione dell’essere è la più fondamentale e originaria della filosofia. Egli afferma che la domanda sull’essere è la domanda che ha guidato la filosofia fin dalle sue origini, ma che è stata spesso fraintesa o trascurata. La questione dell’essere non è semplicemente una domanda sul significato della parola “essere”, ma piuttosto una domanda sull’essenza dell’essere stesso.

Heidegger sostiene che la tradizione filosofica occidentale ha dimenticato di porre questa domanda in modo adeguato, concentrandosi invece sull’essere come una proprietà o un attributo delle cose. Al contrario, Heidegger vuole recuperare la domanda originaria sull’essere, intesa come la questione fondamentale che concerne l’uomo e il suo rapporto con l’esistenza.

L’analitica esistenziale

Per esplorare il concetto di “essere” in Heidegger, è necessario introdurre il concetto di “analitica esistenziale”. L’analitica esistenziale è un metodo filosofico che si concentra sull’analisi dell’esistenza umana, intesa come l’esperienza fondamentale dell’essere. Heidegger sostiene che l’esistenza umana è caratterizzata da una serie di strutture ontologiche fondamentali, come la temporalità, la spazialità e la relazionalità.

Attraverso l’analitica esistenziale, Heidegger identifica tre modi fondamentali dell’essere: l’essere-presente (Vorhandenheit), l’essere-utile (Zuhandenheit) e l’essere-co (Mitsein). L’essere-presente si riferisce all’essere delle cose che sono semplicemente presenti nel mondo, come oggetti o eventi. L’essere-utile si riferisce all’essere degli strumenti e degli oggetti che sono utilizzati per uno scopo. L’essere-co, infine, si riferisce all’essere con gli altri, ovvero alla dimensione sociale e relazionale dell’esistenza umana.

L’essere-nel-mondo

Un concetto centrale nella filosofia di Heidegger è quello di “essere-nel-mondo” (In-der-Welt-Sein). Questo concetto descrive l’esperienza fondamentale dell’uomo come essere che si trova già sempre in un mondo, ovvero in un contesto di significati e relazioni. L’essere-nel-mondo non è solo una condizione fisica, ma anche ontologica e esistenziale.

Heidegger sostiene che l’essere-nel-mondo è caratterizzato da una serie di strutture, come la familiarità (Vertrautheit) e la non-familiarità (Unvertrautheit). La familiarità si riferisce alla tendenza dell’uomo a comprendere il mondo in termini di significati e categorie già noti, mentre la non-familiarità si riferisce all’esperienza di estraneità e di sconoscimento che può sorgere quando l’uomo si confronta con qualcosa di nuovo o di imprevisto.

La temporalità

La temporalità è un concetto fondamentale nella filosofia di Heidegger, in particolare in relazione all’essere. Heidegger sostiene che la temporalità non è solo una misura fisica o cronologica, ma anche una dimensione ontologica e esistenziale. La temporalità è la struttura fondamentale dell’esistenza umana, che si manifesta come passato, presente e futuro.

Heidegger afferma che la temporalità non è solo una sequenza lineare di momenti, ma piuttosto una struttura unitaria e complessa che comprende tutte le dimensioni del tempo. La temporalità è il modo in cui l’uomo esiste nel mondo, ovvero il modo in cui si rapporta con il passato, il presente e il futuro.

La differenza ontologica

La differenza ontologica è un concetto chiave nella filosofia di Heidegger, che concerne la distinzione tra l’essere e gli enti. Heidegger sostiene che la tradizione filosofica occidentale ha dimenticato di porre questa distinzione in modo adeguato, concentrandosi invece sugli enti e sulle loro proprietà.

La differenza ontologica è la distinzione tra l’essere come tale e gli enti che sono. L’essere non è un ente tra gli altri, ma piuttosto la condizione di possibilità di tutti gli enti. Heidegger afferma che l’essere è il “non-ente” (Nicht-Seiendes) che rende possibile l’esistenza degli enti.

Conclusioni

In conclusione, il concetto di “essere” in Heidegger è un tema complesso e multifacético che concerne l’essenza dell’esistenza umana e del mondo. Attraverso l’analitica esistenziale, Heidegger ha esplorato le strutture ontologiche fondamentali dell’esistenza umana, come la temporalità, la spazialità e la relazionalità.

La questione dell’essere è la domanda fondamentale che concerne l’uomo e il suo rapporto con l’esistenza. Heidegger sostiene che la tradizione filosofica occidentale ha dimenticato di porre questa domanda in modo adeguato, concentrandosi invece sugli enti e sulle loro proprietà.

La differenza ontologica tra l’essere e gli enti è un concetto chiave nella filosofia di Heidegger, che concerne la distinzione tra l’essere come tale e gli enti che sono. L’essere non è un ente tra gli altri, ma piuttosto la condizione di possibilità di tutti gli enti.

Concetto Descrizione
Essere L’essenza dell’esistenza umana e del mondo
Analitica esistenziale Metodo filosofico che si concentra sull’analisi dell’esistenza umana
Essere-nel-mondo Esperienza fondamentale dell’uomo come essere che si trova già sempre in un mondo
Temporalità Dimensione ontologica e esistenziale dell’esistenza umana
Differenza ontologica Distinzione tra l’essere e gli enti

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